NOTE
54 Cè qui la lavandaia !! La lista della lavandaia !!
55 Bruno Pellegrino Porta Ticinese p. 146
56 Valentino De Carlo Le strade di Milano... vol. I, p. 103
57 Bruno Pellegrino Porta Ticinese p. 146
58 Guido Lopez Milano in mano edizioni Mursia, Milano 1982, p. 297
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Il traffico va aumentando, e così il rumore. Si fa avanti anche il rumoroso carretto dei lavandai che procede senza curarsi di passanti o carrozze. Alluscio delle case, il grido «Ghè chi la lavandera!! Tabell de la lavandera !!»54 fa uscire chi è interessato per consegnare la biancheria sporca e la lista con lelenco. Dopo qualche giorno, e molte ore nellacqua fredda dei canali, la lavandera tornerà, e questa volta con il carretto carico di bucato pulito, e il cliente lo controllerà per verificare che non manchi nulla.
Contrada della Lupetta già di S. Alessandro
Dal vicolo, giriamo verso il Collegio dei Barnabiti, fin dove la piazza «si restringe verso Nord nella sinuosa via della Lupetta»55. Il tratto dellattuale via Torino da cui si origina la nostra vietta, si chiamava Corsia della Lupa, probabilmente a causa di una testa scolpita di lupo infissa in un edificio. Una taverna riportava la stessa insegna ed esisteva anche una fabbrica di spade. Ma prima dellOttocento, questa strada era chiamata contrada di s. Alessandro. Sul lato sinistro, imboccandola dalla piazza, si incontrano subito dei muri in rovina, delle macerie, fra cui si è insinuato ed è cresciuto un albero.
Da un portone sta uscendo un carro trainato da due robusti cavalli da tiro, stracolmo di verdure fresche: lortolano ha rifornito il palazzo dei prodotti del suo orto che si trova alle soglie della città...
Il Malcantone e le contrade del Gambaro dei Nobili della Bella
«Dal gomito della Lupetta sguscia verso levante la breve e diritta via Arcimboldi, detta fino al 1865 contrada del Gàmbaro».
La via Arcimboldi, breve tratto che collega via Lupetta a via Unione, assunse questo nome nel 1865 in onore della famiglia fondatrice delle scuole Arcimbolde, ma in precedenza era stata «la storica contrada del Gàmbaro, dal nome della famiglia Gàmbari che vi aveva anticamente abitato»56. Va essa a sfociare nel bel mezzo della via Unione, proprio di faccia al palazzo del tardo Cinquecento dei Cusani, modificato nel 1700 per gli Erba-Odescalchi, «unico rimasto delle tre fastose dimore che fregiavano questa contrada, la quale per ciò stesso era detta una volta dei Nobili»57. Ledificio, assegnato provvisoriamente nel 1945 alla Comunità Ebraica milanese, per due anni ospitò centinaia di scampati dai lager, come centro di raccolta e smistamento prima dellimbarco clandestino verso la terra che si chiamò poi Israele: i camion arrivavano in via Unione di notte e caricavano i profughi per trasferirli agli imbarchi oppure accompagnavano al palazzo dopo lunghi viaggi in Europa, nuovi gruppi di sopravvissuti ai campi di concentramento58.
Al tempo della Repubblica Cisalpina, la contrada dei Nobili fu chiamata «dellUguaglianza», dopo il rientro degli Austriaci ritornò allantico nome e, raggiunta lindipendenza, divenne «via Unione» per celebrare la nuova «unione» degli Italiani. La nuova via però inglobava anche altre strade soppresse, come il Malcantone, che essendo molto angusta e buia attirava i malintenzionati ed era particolarmente maleodorante, e la contrada della Bella, dal nome di unaltra famiglia di origine fiorentina.
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