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NOTE

45 Serviliano Latuada Descrizione di... Tomo Terzo, num. 90

46 Giulia Marsili Rietti Vicolo Pusterla in Milano ritrovata... p. 301

47 Cesare Cantù Storia di Milano ... p. 28

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Donna davvero attuale, Cristina Trivulzio, nel rifiuto di un matrimonio combinato dalla famiglia, e nella scelta autonoma del marito che più le aggrada; nella coraggiosa decisione di separarsi, quando il matrimonio si rivela una scelta sbagliata. Attualissima anche nel continuo, irrequieto viaggiare in Italia e all’estero, per placare le sue ansie, nel lavorare per mantenersi quando a lei, che era principessa, erano stati sequestrati tutti i beni.

Contrada della Balla
Seguendo il lattée, il lattaio ambulante, che con il suo tino di lamiera appoggiato su due ruote e trainato da un ciuco sta visitando come ogni mattina le strade e i cortili per offrire il latte munto da poco, al grido: «Lattée... lattée...», ci spostiamo in contrada dei facchini della Balla (oggi via Palla), che un tempo si estendeva, come Corsia della Balla, anche alla zona della chiesa di san Sebastiano e quella di san Giorgio al Palazzo. «Balle» erano quei fardelli di merce varia che i facchini si caricavano sulle spalle. In questa contrada i facchini avevano la loro corporazione. Spesso al servizio dei Pusterla, tra i vari incarichi, avevano quello di trascinare una volta all’ anno un gigantesco cavallo di legno fino al Duomo. Là, fra musiche e canti, dalla pancia del cavallo saltava fuori un gran numero di persone cariche di doni per la cattedrale da parte dei Pusterla. Come ricompensa dei servigi, i facchini ricevettero in concessione dai potenti signori un ampio cortile, dentro le case dei Pusterla, detto appunto «la Balla», per radunarvi le loro mercanzie. A partire dal XIV secolo, tre volte alla settimana in quel luogo si svolgeva un mercato di latticini e si poteva anche, per antico privilegio, commerciare olio in franchigia di dazio
45. Da questo deposito ogni anno si prelevava un otre pieno di olio per la lampada che ardeva presso il corpo di s. Aquilino, nella chiesa di San Lorenzo. Secondo la leggenda, il corpo del santo, ucciso da alcuni eretici, sarebbe stato rinvenuto nella zona della Balla dai facchini che vi lavoravano. Da allora, S. Aquilino fu eletto loro patrono46. «… A San Lorenzo mi facevano ammirare la stupenda cassa di cristallo e argento, in cui son riposte le ossa di sant’Aquilino prete, anch’egli ucciso… per la fede, e trovato dai facchini della Balla, che allora subito il portarono in trionfo, e fin adesso continuano ad onorarlo di un’annua offerta solenne»47. Costituito il santo a loro patrono, i facchini si riservarono d’allora in poi l’onore di fornire l’olio e la cera occorrente per il suo altare.