NOTE
50 Silvia Bobbi ivi p. 44-46
51 Empio Malara Il porto di Milano fra ... p. 28
52 I fontanili sono sorgenti dovute allaffioramento provocato dallincontro delle acque della falda freatica con i terreni impermeabili della bassa pianura. Queste acque contribuiscono allirrigazione dei campi e alla creazione delle marcite; ciò permette di proteggere lerba dal gelo e di poter disporre di erba fresca con un paio di mesi danticipo sulla stagione primaverile.
53 Prati in cui si fa scorrere lacqua anche dinverno
54 Notizia tratta dal diario tenuto dalla marchesa Margherita Sparapani Gentili, che nacque a Camerino il 29 ottobre 1735, sposò nel 1754 il patrizio romano Giuseppe Boccapadule, e morì nel 1820. Lo stralcio del diario relativo a Milano e dintorni venne pubblicato nel 1880 sullArchivio Storico Lombardo (Anno XLIV, Fasc. II, p. 353-381) con il titolo Milano e i suoi dintorni nel diario di una dama romana del settecento
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Lungo il lentissimo percorso, i barcaroli salutavano i custodi delle Conche, «conchée», che compivano le manovre per alzare od abbassare il livello delle acque, allo scopo di far transitare i barconi. I barcaroli erano «gente di estrazione popolare e contadina, priva di beni al sole, ma tenace e combattiva, spesso priva di scrupoli
Si trattava di un mestiere duro, che costringeva a esporsi spesso alle peggiori intemperie e il cui unico conforto erano le soste allosteria»50. Mestiere che però veniva rigorosamente tramandato di padre in figlio, insieme al diritto di tenere una barca a una ripa.
I Navigli, grazie al fatto di essere alimentati da fiumi, presentavano caratteristiche di regolarità nellafflusso delle acque, le quali per lo stesso motivo erano anche molto pulite. Era logica e conseguente quindi la predilezione dei milanesi a utilizzarli ai fini della navigazione per raggiungere più comodamente, con maggior sicurezza e tranquillità, le dimore e le cascine delle loro terre nei cui boschi si svolgevano regolarmente grandi battute di caccia. A partire dal Cinquecento, le famiglie milanesi e i loro ospiti, con la servitù e le masserizie, si trasferivano nelle residenze e nei cascinali trasformati in aziende agricole, con le imbarcazioni equipaggiate per 1occasione. Più lento andare controcorrente, con la barca trainata da cavalli e servitori, più veloce rientrare nel senso della corrente.
Luso del Naviglio, per gli spostamenti dal palazzo di città alla villa sul Naviglio, si incrementava in proporzione allincremento delle ville-cascine-aziende. Molte di esse presentavano il principale accesso dall acqua.
E attorno ai Navigli tutto un mondo scomparso da troppo tempo. «Sostrari e barcaroli da un lato, facchini e carrettieri dallaltro
una categoria di gente umile che abitava nei magazzini o in case povere miste a stalle, o in minuti edifici rustici, accosto agli stessi magazzini, per far da guardia alle merci. Immigrati a Milano dalle montagne lombarde, con i loro aspri dialetti e con le loro comiche interruzioni della parlata urbana, i facchini, soprattutto quelli provenienti dalla val di Blenio, col vociare che si faceva lungo il Naviglio, suscitarono linteresse dei poeti del tempo»51.
La zona attraversata dal Naviglio della Martesana, nel tratto a Sud, dove si trovavano risorse idriche più abbondanti, diede origine a molte cascine e alle loro tenute agricole, che così potevano approfittare delle numerose rogge di derivazione, mentre sulla sponda Nord, che presentava terreni più asciutti e paesaggi più suggestivi, sorsero le ville dellaristocrazia, che in quella campagna trascorreva i mesi caldi.
Le cascine gestivano i fondi agricoli, dipendendo però dalla villa o dal monastero di riferimento, per quanto riguarda le decisioni relative al tipo di colture agricole.
I prati, grazie ai fontanili52, venivano tenuti a marcite53 per assicurare tutto lanno il foraggio necessario allallevamento del bestiame. «Le erbe si tagliano molte volte perché crescono facilmente, stante le acque, che permettono di adacquare i prati e risare»54. Si propagarono quindi i caseifici, per la produzione dei formaggi. La diffusione dei filatoi portò anche alla coltivazione del gelso per lallevamento del baco da seta.
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